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INTERVISTA COMPLETA rilasciata a Ms. Anna De Marzo

Telenorba /TV)                                                (SHOOT-ME - Maggio 2012)

 

8/12/1980

E’ una data che per tanti è rimasta indelebile nella memoria, perché la sera dell’8 dicembre muore John Lennon, colpito da cinque proiettili sparati da un venticinquenne, Mark Chapman.

Di Lennon si conosce tutto o quasi perché ancora oggi se ne continua a parlare, ed anche perché il suo pensiero e le sue canzoni seguitano ad appassionarci e ad emozionarci.

Chapman, dopo quel tragico gesto, continua a far parte dell’anonimato forse perché sia il suo volto che il suo nome sono stati rimossi come a cancellare una vita inutile e vuota.

Due personalità diverse che lo scrittore Joe Santangelo, tenta di capire e di mettere a conoscenza dei lettori e lo fa presentando il suo lavoro letterario “Shoot me” alla libreria Laterza di Bari, con l’intervento di Alceste Ayroldi.

Un romanzo/documentario che ha però la prerogativa di una lettura che scivola facilmente anche se si tratta di un libro corposo, ma non è una biografia di Lennon o di Chapman, non è proprio un romanzo e non è una semplice raccolta di documenti ma è tutto un insieme che permettono di scoprire determinati aspetti che nessuno aveva colto.

Un libro dove non si parla di Lennon solo come musicista ma tratta alcuni aspetti che la stampa ha taciuto.
Un testo che ha una duplice versione narrativa, perché prima parla Chapman e poi Lennon .

“E’ uno dei privilegi del romanziere – spiega Santangelo – che ha il dovere per essere credibile di essere onesto e avere la capacità di immedesimarsi con i personaggi. Per far questo ho attraversato luoghi, con linguaggi e tempi diversi e così ho potuto vedere l’inferno di Chapman e la vita portentosa di Lennon. Mesi che ho dedicato all’uno e all’altro vivendo le stesse esperienze, leggendo i giornali che avevano sfogliato e la musica che ascoltavano.
Una immedesimazione che è stata anche sofferenza”.

Tutto questo è stato possibile grazie ai dossier messi a disposizione dal NYPD (New York Police Department), così ha potuto prendere visione di foto inedite e di carte giudiziarie.

L’ambizione di Santangelo è quella di far pervenire al lettore le verità sia attraverso la base di episodi o di nuovi elementi dei protagonisti, sia attraverso una certezza giuridica, in modo di avere un’idea perché tutto questo è accaduto.

Per Santangelo, Lennon scopre la sua “verità” proprio quando viene ucciso.
E fa riferimento alla versione del poliziotto che accompagnò l’ex Beatles all’ospedale e per tenerlo vigile gli domanda “Tu sai chi sei?”. E lui rispose “Adesso si”.
Capire chi si è un momento prima di non esistere più.

 

D. : Da quanto hai detto, deve essere stato un lavoro impegnativo.
R.: “Quattro anni di ricerche e poi un anno per scriverlo”.

 

D.: La domanda che sorge spontanea è l’origine del titolo “Shoot me” (colpisci o sparami)
R.: E’ la prima strofa della canzone “Come together” che io ho amato molto e che evoca il presagio di Lennon, che torna negli scritti e nelle sue canzoni, quello di morire prematuramente per mano di qualcuno.

 

D.: Perché Chapman ha ucciso Lennon?
R.: Chapman ha ammazzato Lennon perché era il primo della sua lista dei phoney (ipocriti – bugiardi).

Nella sua mente malata non ammetteva che uno ricco potesse parlare di povertà o offendere Dio e in più si paragonava a Holden Caulfield, protagonista del libro ‘Il giovane Holden’, personaggio della letteratura americana riconosciuto come simbolo della ribellione e dell’angoscia adolescenziale.

 

D.: Oggi chi sono i phoney che ci circondano?
R.: Occorre fare una distinzione, il bugiardo è colui che mente e sa di mentire, l’ipocrita è colui che con atti omissivi protegge un atto personale.
Gli ipocriti oggi sono i finanzieri, i petrolieri i produttori di armi che si espongono senza combattere.
I bugiardi sono i politici anche se sono una pedina degli ipocriti e a ruota seguono i media.
Il cittadino inconsapevole è una vittima stratificata dei phoneys.

 

D.: Ma può un libro, come in questo caso “Il giovane Holden” minare l’esistenza di qualcuno, come ha fatto con Chapman?

R.: Ognuno è responsabile delle proprie azioni. Il libro è il miglior candidato a spronarti a farti compiere un’azione, può essere un catalizzatore un acceleratore, ma ogni singola persona in cuor suo ha già deciso.

 

D.: Quanto ha influenzato Yoko Ono nella musica di Lennon?
R.: A Lennon gli mancava l’autonomia quando stava con i Beatles, dal cinismo di Ono è diventato quello che lui era già, ha solo accelerato una presa di consapevolezza.

 

D.: Yoko Ono è venuta a conoscenza del tuo libro?
R.: Si, e per alcuni mesi abbiamo comunicato tramite e-mail, dove la mettevo al corrente del mio lavoro.

 

D.: Dal tuo libro si potrebbe trarre un film?
R.: I miei libri procedono per immagini e sono per così dire pronti per una sceneggiatura. Sarebbe bello, così il grande pubblico, anche quello che non legge, conoscerebbe un altro Lennon.

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