(In His Own Write)
JOE SANTANGELO official WebSite
INTERVISTA COMPLETA rilasciata a Ms. Virginia Foderaro
http://www.opposto.net/ (SHOOT ME! - Marzo 2012)
Joe Santangelo ha 42 anni, è nato a Bari, ma vive e lavora a Roma da più di dodici. Ha conseguito una Laurea e un Master in Economia e svolge attività manageriale presso una grande azienda internazionale.
Coltiva da sempre la passione per la scrittura e ha al suo attivo 9 libri editi, di cui 5 di narrativa.
D. Buonasera Joe. Il tuo è un romanzo documentale nel quale narri una storia di cronaca nera tristemente e universalmente famosa. Un evento tragico, documentato, esplorato nel dettaglio, quasi al microscopio. Sappiamo che per scrivere questo Romanzo hai impiegato 5 lunghi anni per raccogliere il materiale (articoli di giornale, deposizioni, rapporti di indagini della polizia, testimonianze).
E contemporaneamente trai lo spunto per farne anche un universo privato, sconosciuto, calandoti nella psicologia dei due protagonisti: la vittima John Lennon, e il suo carnefice Mark Chapman. Cosa ha significato per te questo percorso che scorre in un binario narrativo parallelo e calibrato? Quanto c'è della storia di cronaca e quanto del tuo apporto visionario del narratore?
R. LA MENTE E UN ENTITÀ ANALITICA, IL PROCESSO CREATIVO – diversamente – È SEMPRE SINTETICO, un tutto unico ma dinamico, che trae spunto dalle suggestioni, dall’esito degli approfondimenti, DALLE INVENZIONI della mente. Mi arriva puntuale la citazione di RENOIR, secondo il quale ARTE È FARE: non pensare, non sentire: È AGIRE. Il cammino che ho percorso in quei cinque anni – stesura ed editing compresi – mi ha rivelato che per costruire un prodotto unitario è necessaria una GRANDE ATTENZIONE, l'attività di un occhio sempre aperto, UN OCCHIO VIGILE che osserva dall'alto i due personaggi e il narratore stesso intento a rappresentarne le vicende. Quell’occhio impugna una penna, È LUI CHE HA SCRITTO IL ROMANZO. Dunque c’è stato uno sforzo assiduo di immedesimazione nell'uno e nell'altro, che ha prodotto sentimenti di solidarietà, di comprensione e condivisione e mai di alienazione o distacco: non sarebbe stato onesto. Sono stato un diavolo, sono stato un angelo, vittima e carnefice nello stesso tempo. Lo confesso: sono stato uno schizofrenico!
Torno alla tua domanda: vicenda ed esito sono noti, le istanze lo sono un po' meno, perché ABITANO NELL'IMPLICITO DEL SUBCONSCIO DEI PROTAGONISTI e nei meandri di una soggettività potenzialmente criminale (nell’un caso) e geniale e artistica (nell’altro).
L’invenzione creativa più evidente è nell’architettura narrativa: il Romanzo comincia cronologicamente al punto zero (il delitto), situato al centro del volume, e procede a ritroso nelle due direzioni, riavvolgendo il tempo sino all’infanzia dei protagonisti. Due uomini opposti, speculari, ma drammaticamente uguali, nelle esperienze e nelle aspettative: “FAMA SENZA CONDIZIONI”.
Nel succo di mela, una volta che la polpa si è depositata sulla base del bicchiere, il siero appare com'e, trasparente, chiaro. Ecco, mi sono sforzato di fare in modo che prevalesse questa chiarezza, senza trascurare la drammaturgia della vicenda come la conosciamo, rappresenta al secondo, nelle minuzie più sconosciute, spesso censurate dalla stampa italiana, ma mai da quella americana e inglese.
D. Questo libro ha una grande forza che nasce da un evento così drammatico che ha scioccato il mondo intero, ma contiene anche la tua grande energia di narratore, che procede con passo spedito verso la verità. Qual è la verità che ti senti di avere indagato con questo Romanzo? Cosa è accaduto nel preciso momento in cui il proiettile ha colpito John Lennon?
R. Il Romanzo può essere inteso come STUDIO PSICODINAMICO DELL'OMICIDIO DI JOHN LENNON, ovvero studio delle dinamiche psichiche ed emotive che risiedono ALLA BASE dei comportamenti di ciascuno dei due personaggi, cui e stato dedicato lo stesso spazio. È L'OMICIDIO – in concreto – che descrive sé stesso, che si racconta ATTRAVERSO le vicende intime dei protagonisti, ovvero le convinzioni, l'etica, la religione di ciascuno: RELIGIONE, per il sottoscritto, significa SOMMA DEI COMPORTAMENTI di un uomo, non possiede alcunché di spirituale tradizionalmente inteso. Da un lato lo stato di inadeguatezza, la paura di perdere, il desiderio di rivalsa, le difficoltà relazionali, il fanatismo di Chapman. Dall'altro le voragini di un uomo alla ricerca di sé stesso, mai completo, mai compiuto, un perfezionista, inventore ed artigiano, il suo senso di abbandono, l'afasia creativa, l'aggressività, in parte repressa e in parte sublimata e ritualizzata nella dedizione a Sean, la superstizione, la paura di vincere, LA SCELTA DI ABDICARE ALLA VITA PUBBLICA PER QUASI CINQUE ANNI.
Alle 22:47 dell'8 Dicembre 1980 due uomini – puntualissimi – arrivano all'appuntamento con il proprio futuro. Si sono attratti vicendevolmente mossi da cause solo apparentemente diverse. Chapman si è guadagnato un biglietto di sola andata per l'inferno ed è diventato l’assassino per eccellenza. Lennon e diventato il martire del Rock, il Re indiscusso della canzone impegnata, l'icona della Pace, SUO MALGRADO.
La verità – in definitiva – è che l'uomo CONSEGUE SEMPRE il proprio obiettivo, nel tempo. Entrambi hanno ricavato la propria identità, chiara, inconfutabile.
D. Joe per te gli incontri sono casuali?
R. Fisica, astrofisica e matematica ci sono arrivate già da diversi decenni. Shroedinger ed Heisenberg nella fisica quantistica, Godel nella Matematica, Einstein nella fisica classica.
NON ESISTE CASUALITÀ, NON ESISTE ACCIDENTALITÀ, ESISTE LA DISATTENZIONE. L'improvviso ha bisogno di una lunga preparazione. La questione della casualità è una singolare testimonianza del bisogno atavico dell'uomo comune di attribuire all'esterno responsabilità che non riesce a sostenere al proprio interno. È il sintomo di una malattia che si chiama “IRRESPONSABILITÀ”.
CASO è una parola con la quale si cerca di trasformare la realtà. L'evento è un effetto e non una causa. Dietro ogni episodio si nasconde una sostanza in potenza, lo stato dell'essere, la qualità. Se lavoro sull'essere, sto lavorando sul fare, sull'evento. Ciascuno dei presenti ha lavorato incessantemente per essere qui, oggi, in questo preciso momento. QUESTO è il passato, non il presente.
Il presente e nell'essere.
Ogni evento si verifica con puntualità massima, la soluzione di un algoritmo che ci portiamo dentro da giorni, mesi, alcune volte da anni.
Anche John Lennon darebbe la medesima risposta:
no di certo: il caso non esiste.